venerdì, maggio 19, 2006

Post patetico.


Antefatti.
Qualche tempo fa leggevo questo post di Poggio Argentiera: dove si parla di soldi, di fatture da incassare, di maledetti pagamenti: un topic bello hard, diciamolo. Nel leggerlo, ho commesso peccato di superbia, ho pensato: ecco, cose che a me non capitano, normalmente i miei fornitori vengono pagati in tempi congrui; anzi, nella stragrande maggioranza dei casi, anticipatamente. Insomma, mi sentivo quasi buono.
Come in ogni storia che si rispetti, all'arrogante presuntuoso (io) e' arrivato il castigo, la nemesi. Ieri sulla mia scrivania brillava una bella busta verde, tipicamente un atto giudiziario, del Tribunale di Montepulciano (cribbio, Montepulciano ha un Tribunale?) dentro la quale il braccio violento della legge mi condannava ad un anno di ferri nel carcere della torre di Montepulciano -- o, in alternativa, a pagare una buona volta una fattura (da circa ottocento euri; piu' trecento, di spesucce varie).
Cosa e' successo? Un fornitore, di cui non faremo il nome (ma solo il cognome, Classica S.p.A.) si era francamente seccato di aspettare un mio pagamento, per una fattura dell'anno scorso, e mi aveva trascinato in giudizio. Da qui discendeva la giusta sentenza in quel di Montepulciano, in data etc etc, come da relata di notifica etc etc.

Fatti.
E bravo Fiorenzo, fai tanto il furbino, ed eccoti qua, condannato.
E hai pure torto; no, perche' tanto per chiarire, la cosa e' fondatissima (anzi, se leggesse questo, Caro Dottor Edoardo Alberto Falvo: ho gia' pronto l'assegno, se preferisce pure il contante, non mandi altri schierani in armi da Montepulciano, giuro che pago).

Giustificazioni, scuse, lagne varie.
Cominciamo con una bella citazione da cinefilo quale mi atteggio: il cattivissimo Sergente Elias, in Platoon, dice: "Le scuse sono come i buchi del culo, tutti ne hanno uno" [perdonate la scurrilita', ma un sergente dei Marine usa tipicamente un linguaggio da caserma] -- orbene, non essendo io da meno, pure io ho la mia pateticissima scusa. Nel descriverla, vi avviso, accentuero' i toni patetici.
Chi mi conosce, chi segue questo blog, insomma, il pubblico dei miei aficionados, sa che pochi giorni prima del Natale scorso ho avuto un deprecabile incidente in moto. Tornando a casa a notte fonda (dopo aver venduto per tutto il di' i vini di Classica) mi sono ritrovato con tre legamenti rotti al ginocchio destro. Pure se mi sono trascinato, in stampelle e tutore, al lavoro gia' due giorni dopo il fatto (sempre a vendere i favolosi vini di Classica) e pure se ho lavorato in questo stato penosissimo fino al 31 dicembre, a gennaio ho chiuso bottega: l'enoteca era chiusa la mattina, e validamente condotta al pomeriggio da un amico pietoso. Ho affrontato l'operazione, e la rieducazione, e le sedute di fisioterapia; sono stato fuorigioco fino ad aprile, giusto in tempo per il Vinitaly; ed ogni sera, tornato in albergo, spezzavo il cuore al concierge chiedendo del ghiaccio per il mio ginocchio dolorante (camminavo tutto il giorno tra uno stand di Classica e l'altro). Insomma, durante i primi tre mesi dell'anno sono stato latitante. Tra le mille grane derivanti dalla mia vacatio imperii c'e' stata la ricezione della posta ordinaria. Asciugatevi le lacrime, ancora non e' finita.

Picco patetico.
Ad essere assente la mattina, ottieni che le raccomandate te le devi andare a ritirare con la malefica cartolina gialla, all'ufficio postale. A questo scopo ho validamente delegato (dal letto di dolore) moglie, amici, amanti, passanti, insomma chi potevo; e c'e' stato pure qualche intoppo: un paio di volte e' successo che, a fronte di delega e documento, l'ufficio postale non abbia voluto rilasciare la raccomandata al delegato, in quanto la missiva non era intestata a me (Fiorenzo Sartore) ma alla ditta (Vinoteca eccetera) -- in questo caso, con scoramento di tutti, richiedevano copia della visura camerale, dove si attestasse che il Fiorenzo e la Vinoteca erano la stessa personcina. In questo modo, sono andate perse almeno due raccomandate. Potrei sbagliare, ma da come la vedo ora, almeno una proveniva da Montepulciano.

Dura lex sed lex.
Da qui in poi, gli eventi dovrebbero essere chiari: se non ritiri documenti legali del tipo "spicciati a pagare senno' ti uccido", il passo successivo e' la pubblicazione all'albo pretorio di Montepulciano, dove si poteva probabilmente leggere un editto tipo "Io, Classica, l'ho detto a quel lazzarone di Fiorenzo: pagami!" Non so voi, ma io me lo immagino, un foglio cosi', che svolazza appeso sotto le torri merlate di qualche maniero.
Quindi, esaurita la formalita' della comunicazione, fu sentenza: colpevole.

Lagne finali (ancora piu' patetiche).
Chiarito che sulla sostanza non si puo' dire nulla, non mi resta che attaccarmi alla forma. Formalmente, al mio fornitore non importa un beneamato alcunche' dei miei guai. E certamente non e' tenuto a saperlo. Neppure il locale agente, che pero' tutto sapeva, era tenuto ad alzare il telefono se avvisato, dicendo "hey ragazzi, no, aspettate, e' il Fiorenzo, sapete, nostro cliente da sei anni, mai lasciato un insoluto, davvero, e' uno a posto". Nah, a che servono questi addetti commerciali, pierre, simpaticoni professionisti: che diamine, questo non paga, non ritira le raccomandate, di sicuro e' in Bolivia col malloppo. No, no, si chiamino le guardie, gli arcieri, gli scudieri, al diavolo i telefoni e gli email. E pure il nostro agente a Genova.

Promemoria per il futuro.
1. Scegliere fornitori umani. Non del tipo che quando vendono qualcosa ti dicono tranquillizzanti "ah, poi passa l'agente per l'incasso, come al solito" ma se non ti trovano danno la pratica al legale.
2. Rigare la fiancata alla lussuosa auto dell'agente Classica. In alternativa, malmenarlo.
3. Fare battute salaci sui pericoli delle due ruote col direttore vendite di Classica (e' motociclista).
4. Evitare altri incidenti.
5. Non deprimersi.

1 commento:

  1. Avrà fatto un incidente con la moto pure quel tizio che mi deve pagare quattro articoli, che ogni volta che gli ho detto che passavo a ritirare i soldi mi dava buca, che quando l'ho chiamato lunedì scorso per sollecitarlo mi ha detto "ti sto facendo il bonifico proprio ora" (e manco a dirlo i soldi non sono arrivati), che ha il padre che si spaccia per giornalista - e quindi direttore - ma non risulta iscritto all'albo di nessun odg (almeno in Italia :P), che ha il fisso dell'ufficio disattivato, che ha il cell vecchio che non funziona più (non avrà pagato neppure la bolletta alla 3?)e quello nuovo rigorosamente spento, che l'ultima volta che si è degnato di rispondere al cell mi ha detto che sta pure cambiando sede...???

    Uahahaha a dirla così fa quasi ridere...
    Sorry per la disavventura Fio...

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